giovedì 21 agosto 2014

I disorientati

Graffito, di Yazan Halwani, raffigurante Fairuz in una strada di Beirut.


Amin Maalouf, I disorientati (Les désorientés, 2012) "Romanzo Bompiani", Bompiani, Milano, 2013, traduzione dal francese di Fabrizio Ascari, 359 pagine.

Recensione del romanzo di Mohammed Aïssaoui apparsa su Le Figaro e tradotta da Internazionale.

Porto nel mio nome l’umanità nascente, ma appartengo a un’umanità che si sta spegnendo...

A lungo termine, tutti i figli di Adamo ed Eva sono creature allo sbaraglio.

È meglio sbagliarsi nella speranza che avere ragione nella disperazione.

L’essenziale, per gli amanti, è saper serbare il ricordo della loro relazione come se si trattasse di un viaggio fatto insieme.

Ogni uomo ha il diritto di partire, è il suo paese che deve persuaderlo a restare...

Coloro che incitano alla rivoluzione dovrebbero dimostrare in anticipo che la società che instaureranno sarà più libera, più giusta e meno corrotta di quella che già esiste.

Mi è dispiaciuto anche di aver parlato così disinvoltamente dei miei amori. Tanto è nobile parlare d’amore, quanto è volgare raccontare i propri amori.

la copertina


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