venerdì 10 gennaio 2014

La casa dei quattro venti



Elif Shafak, La casa dei quattro venti (Honour, 2012), "best BUR", Rizzoli, Milano, 2013, traduzione dall'inglese di Stefania Manzana, 445 pagine.
Mia madre è morta due volte. p. 11

Eppure gli abitanti non dubitavano che accadessero cose strane e terribili nell'universo, cioè oltre le sponde dell'Eufrate. E visto com'era il mondo, chi mai poteva desiderare di partire alla sua scoperta? Tutto quello che era stato e che sarebbe accaduto esisteva già, lì, nel presente. L'uomo era stato creato per restare dov'era, come gli alberi e le rocce. p. 16

Quando tre o più persone dormono insieme in uno spazio ristretto, piano piano il loro respiro si fonde e si sincronizza. Forse era un messaggio di Dio, il suo modo di suggerire agli uomini che basterebbe lasciarsi andare e tutti potrebbero vivere in pace e in armonia, senza più liti né incomprensioni. p.66

Lui era quello introverso. Il filosofo. Il sognatore. L'eremita che viveva in una caverna immaginaria e riusciva a trovare l'insolito nelle cose ordinarie, compagnia nella solitudine, e bellezza ovunque. p. 86

Piegò il foglio a metà e girò gli angoli verso l'interno. Un quadrato, due triangoli, un rettangolo... Avvicinò gli angoli, allontanò i triangoli e... voilà: una barchetta di carta. La adagio sul pavimento. Non c'è acqua per farla navigare. Non c'è vento per spiegare le vele. Sembra fatta di cemento. Non va da nessuna parte. Come il dolore che sento dentro. p. 100

Le parole, come tribù erranti, non avevano fissa dimora. Si muovevano in continuazione, sparpagliandosi in lungo e in largo su tutta la terra. p.120

Come si può placare la violenza del vento? Come si può colorare la neve che scende bianca dal cielo? accettiamo di buon grado di non avere alcun controllo sulla natura. E allora perché non possiamo ammettere che non ci è dato di cambiare il nostro destino? Cosa c'è di diverso? pp. 127-8

Nel profondo del suo cuore, al di là dell'audacia ostentata, Adem sapeva che quella decisione l'avrebbe fatto stare male. Invece, stranamente, non sentì nulla. Può forse sentire dolore un pezzo di legno trasportato dalla violenza della corrente? O una piuma provare angoscia mentre si lascia sospingere dal vento? Così si sentiva lui quel giorno. E per molti giorni a venire. p. 135

Se fai sapere che hai un cuore di cristallo, chiunque può mandarlo in frantumi. p.255

Era come se il cielo avesse una fessura aperta per rivelare un altro universo, e ogni cosa fosse stata dipinta con il pennello di Dio. p. 392

Nadir increspa le labbra e imita il mio tono. «Dimentica il mondo. Date il massimo di quanto vi resta da spendere, ché anche noi diventeremo polvere.»
rido, mio malgrado. «È Khayyam, di nuovo?»
«Sì, Omar Khayyam.»

Solo quando le lettere hanno smesso di arrivare, ho capito che era morta per la seconda e ultima volta. p. 440

 la copertina







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