domenica 15 agosto 2010

Una donna senza fortuna

Certo che era un bel posto del cavolo per infilarci un finestrone come quello, che guardava soltanto su un'opprimente vicinanza di alberi.
Richard Brautigan, Una donna senza fortuna (An Unfortunate Woman, 2001), Isbn, Roma, 2007, traduzione dall'inglese e introduzione di Enrico Monti, 133 pagine. 
 
Probabilmente è proprio questo che un passeggero deve fare, passare da un posto all'altro, ma questo non semplifica affatto le cose. L'unica cosa che puoi fare è augurargli buona fortuna e sperare che abbia un'idea di quanto gli sta inevitabilmente accadendo. p.38

È una casa di legno nel significato classico del termine, per cui le ombre al suo interno sono di lunga durata: ombre iniziali e poi decenni di ombre in aggiunta a quelle prime ombre, che hanno continuato a raccogliersi e addensarsi fino a oggi, lunedì 15 febbraio 1982. p.70

La mia vita è praticamente priva di dinamiche ormai da più di un anno e continuo ad impiegare troppo tempo per fare cose semplicissime e il mio cuore è come una colonia sulla luna popolata da una specie unica di stalattiti apparaentemente prive di transizioni. p.77

È convinta che, quando fa bene l'amore la mattina, l'amore non lasci mai la sua camera.
Non sa di essere parte dell'alba. p.78

Da quando sono uscito qualche istante fa, dal cielo non è arrivata neanche l'ombra di un rumore, eccezion fatta chiaramente per gli uccelli. Possiedono il cielo con le loro voci. p.99

Lei era molto intelligente e così le nostre menti potevano spaziare ampie e libere. Tra l'altro trovo che l'intelligenza nelle donne sia un afrodisiaco. Credo di averlo letto da qualche parte, ma comunque sia, l'intelligenza in una donna mi eccita sessualmente. p.103

[... ] e magari a me piace togliere i vestiti a donne più alte, mentre preferisco guardare quelle più basse togierseli da sole. p.103

Ho qualche problema con la parola "pervertito" perché francamente faccio fatica a capirla. C'è una signora inglese vissuta nell'Ottocento che ha detto la cosa più bella che mi è mai capitato di sentire riguardo alle preferenze o alle pratiche sessuali di una persona. Ha detto qualcosa del tipo: "Facciano quel che vogliono, basta che non lo facciano per strada e non spaventino i cavalli". So che la citazione non è esatta, ma è abbastanza precisa per i miei scopi. p.106

Erano cose che a volte fuggivano dalla prigione dentro di me in cui le tenevo. A volte riuscivano a liberarsi con metodi ingegnosi come abili fuggiaschi, altre volte ero io stesso ad aprire la porta della cella per lasciarli uscire e sbranarmi vivo come un branco di lupi mannari rabbiosi, di solito nel cuore della notte quando ero solo e non c'era nessuno a cui chiedere aiuto e l'unico proiettile d'argento che mi poteva aiutare si trovava su un lato della luna talmente oscuro che avrebbe fatto assomigliare il tip-tap di Shirley Temple al lento e penoso formarsi del carbone, chiuso per milioni di anni nei suoi giardini sotterranei. p.109

Mi sa che quello che sto cercando di dire è che la sua voce aveva un delicato chiarore, come una candelina che brucia in un'immensa cattedrale tenebrosa costruita per una religione mai definita e per questo mai aperta al culto. p.112

LE PAROLE SONO FIORI DI NIENTE. TI VOGLIO BENE. p.112

Non so come andrà a finire tra me e mia figlia. Ho esplorato tutte le possibilità come un archeologo. Queste rovine mi disorientano e mi tormentano. Ma non ho la minima idea di come catalogarle e in quale museo finiranno e se gli scavi sono appena iniziati o sono finiti. p.123

La copertina





Una recensione a fumetti di Marco Petrella (pubblicata su l'Unità)

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